Mentre scrivo queste poche righe vedo un percorso che si conclude, un percorso iniziato nel 1976, tanti anni fa.
Venne detto ad un giovanissimo disorientato neolaureato che era necessario iscriversi alla antica e blasonata società di riferimento disciplinare ma anche alla neonata lungimirante società di nicchia. Ubbidii e ora dopo quattro decadi non vengo a fare un trito resoconto retrospettivo del mio biennio, delle cose fatte o di quelle solo annunciate, del perché dei successi o dei fallimenti, dell’addivenire dei confronti sani o sotterranei, ma a porgere la testimonianza su come la nostra Società abbia avuto in questo lungo periodo un ruolo, una influenza, una persuasione tale da essere considerata, e non da ora, una delle Società di maggior rilievo politico, organizzativo e scientifico a livello globale. Di certo i tempi mutevoli ci hanno insegnato che non sempre paga essere Italici e soddisfatti anfitrioni di più o meno meteoriche stelle straniere, sempre e comunque mestieranti di palco, mentre conta più lavorare continuativamente per essere ai tavoli decisionali internazionali con pari consolidata e fiera dignità.
Più in là, venne anche detto a quel giovane, che non era utile recarsi in prestigiose sedi estere, e forse ciò era giusto o forse non lo era. Ma oggi possiamo serenamente testimoniare che l’autarchia culturale non è sempre sinonimo di depauperante isolamento, che anche dai nostri tavoli nazionali possiamo coralmente non solo chiedere di essere ascoltati ma orientare le scelte dei gruppi.
Sono stato onorato di guidare la SISC, di aumentarne il prestigio, di stabilizzarne le risorse, di garantire pluralità e pariteticità tra i Soci, di difendere da manipolazioni la sua poligenicità disciplinare.
Con passione ho lottato per essere nella squadra della staffetta SISC, con orgoglio ho portato il testimone per la mia tratta e con fiducia la porgo al prossimo tedoforo.
Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere aggiornamenti e novità sulle attività SISC